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Il frumento

All'inizio del secolo scorso, il frumento tenero era la coltura più diffusa nel Veneto e copriva una superficie di 190.000-350.000 ettari, gran parte in pianura (80-84%).

 

In quel periodo incominciava a sentirsi l'esigenza di migliorare le rese unitarie con i primi interventi migliorativi. 
Furono, così, impiegate le nuove selezioni ottenute dalle
vecchie popolazioni locali in grado di migliorare le rese del frumento soprattutto nei terreni più fertili di pianura.

Il miglioramento del grano iniziò dal 1925, in concomitanza della "battaglia del grano", promossa su tutto il territorio nazionale per svincolare il nostro paese dall'importazione che gravava pesantemente sul bilancio economico. 

Il grano, o frumento, è un cereale della famiglia delle graminacee e del genere botanico Triticum. Delle due tipologie più coltivate, il grano tenero è più adatto per la panificazione. Invece il frumento duro, contenente più amidi, per la trasformazione in pasta.

Con 320 calorie per etto, il frumento è fonte di carboidrati energetici, proteine plastiche, vitamine e oligoelementi.

Nel prodotto sostanze bioattive, come gli antiossidanti, possano contrastare patologie, tra cui alcuni tumori. Inoltre, la fibra del cereale integrale aiuta le funzioni dell’intestino e riduce il rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari.

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una fonte unica

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un passaggio alla volta

Il frumento è un cereale coltivabile a tutte le latitudini e altitudini (fino a 1.200-1.400m); da sempre, nell'Italia centro-settentrionale si distingue una prevalenza delle colture di grano tenero, mentre in quella meridionale sono predilette quelle di grano duro.


Il terreno ideale per la coltivazione del grano è profondo, permeabile, mediamente argilloso e di media fertilità. Impoverisce notevolmente il terreno, pertanto, il suo ciclo produttivo necessita la rotazione periodica con altre colture da rinnovo.

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La produzione agricola del grano prevede 9 passaggi essenziali: dissodamento della terra (lavorazione straordinaria della terra incolta), aratura (riduce la compattezza del terreno), semina (diffusione dei semi), sarchiatura (taglio e rimescolamento superficiale del terreno), anti-parassitari (prodotti chimici utili alla lotta dei parassiti come le muffe), scerbatura (diserbo), mietitura (taglio della graminacea matura), trebbiatura (è una prima separazione dei semi dalle spighe e dagli steli), conservazione (avviene in silos e/o magazzini con il 13% dell'umidità e temperatura media e costante).

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una filiera responsabile

La sostenibilità è una risposta alle sfide che le filiere agroalimentari saranno sempre più chiamate a dare in tema di fabbisogni dei consumatori, esigenze del mondo agricolo e tutela ambientale.


Ciò è particolarmente evidente soprattutto in un comparto di grande interesse come quello della filiera del grano. La pasta e più in generale i prodotti da forno, rappresentano un'icona del made in Italy spostando sempre di più l'attenzione sugli aspetti qualitativi, nutrizionali, di salubrità e impatto sull'ambiente.

Diventa quindi fondamentale, per rispondere a queste nuove esigenze, mettere in atto pratiche agronomiche che migliorino contemporaneamente la produttività e la gestione ambientale dei terreni agricoli.

Tutti aspetti ai quali anche la gdo è interessata, per tutelare il consumatore e seguire le tendenze legate ai recenti canoni di acquisto basati sulla responsabilità ambientale e alla territorialità.

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