La soia venne coltivata per la prima volta in Cina 5000 anni fa. A quel tempo l’imperatore chiamò questo legume "Ta Teou", il grande fagiolo. Egli classificò la soia tra le cinque piante sacre, le altre erano il riso, il frumento, l’orzo e il miglio.
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Introdotta nel XVIII sec. in Francia e nel XIX in Italia, la prima "grande" esportazione di
soia al di fuori della Cina avvenne nel 1804, quando un veliero americano che tornava negli Stati Uniti ne trasportò un carico come zavorra.
La prima piantagione commerciale fu allestita nel 1929, e si diffuse in tutta Europa dopo la seconda guerra mondiale.
La soia
Botanicamente appartiene alla famiglia delle leguminose, ma la composizione dei suoi semi differisce nettamente da quella degli altri legumi per il suo elevatissimo contenuto proteico.
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La soia e' un ottimo alimento: ha infatti proprietà emulsionanti, diminuendo i livelli di colesterolo nel sangue e praticando un effetto ricostituente al sistema nervoso centrale.
un legume ottimo
con molta cura ogni giorno
La soia è una coltura abbastanza delicata, soprattutto in partenza, quando basse temperature ed elevata umidità del suolo possono influenzare negativamente la germinazione e provocare disformità di emergenza e sviluppo che si rifletteranno in perdite produttive alla raccolta.
Noi ce ne prendiamo cura lungo tutto il processo di crescita.
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Il periodo migliore per iniziare le operazioni di semina, ovvero la semina di primo raccolto, è tra i mesi di aprile e maggio, quando nel terreno ci sono stabilmente temperature minime di 10°C.
I semi devono essere disposti in file distanziate tra loro di circa 45-50 cm, depositandone uno ogni 5-6 cm a una profondità compresa tra 2.5 e 4 cm per facilitarne la germinazione quando le temperature sono ancora basse.
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In seguito alla fioritura la pianta accumulerà nei baccelli parecchia sostanza secca, avviando conseguentemente il riempimento dei semi. L’azotofissazione dei noduli comincerà a decrescere, le foglie ingialliranno trasferendo ai semi stessi gran parte delle sostanze in loro possesso.
efficenza e sostenibilità
A fronte di una richiesta di soia in continuo aumento, la sfida dell’agricoltura del futuro è quella della produzione di proteine sostenibili dalla soia, non solo per il consumo umano ma anche per alimentazione animale.
Ma che cosa significa “proteina sostenibile”? Sostenibile, in ambito ambientale, “è la capacità di mantenere nel futuro lo stesso livello di risorse naturali attuali”.
Grazie a tutte le innovazioni applicabili in campo dalla semina alla raccolta (dall’ agricoltura di precisione alle mappe dettagliate del terreno, dai consigli in tempo reale per la miglior irrigazione alla mappatura delle produzioni) si possono ottenere più proteine con un uso molto più razionale delle risorse naturali, acqua e suolo in primis.
Tutto questo all’ interno di una filiera più sostenibile e molto più efficiente in ogni fase della produzione, dal campo alla tavola.
La presenza di metaboliti secondari come saponine, fitosteroli, acido fitico e composti fenolici, l’alimentazione a base di soia è sempre più sotto osservazione per le sue potenziali applicazioni contro l’obesità dato il basso apporto di grassi, nelle cure dei problemi cardiovascolari, dato che non contiene colesterolo e, addirittura, per prevenire certe forme di cancro.
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Oltre a questo il suo uso per l'alimentazione degli allevamenti diventa sempre più importante, rendendo necessaria una “ristrutturazione” dell’intero sistema per andare incontro alle esigenze del consumatore e del Pianeta.