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È una storia lunga quella del Pinot Grigio. All’incirca verso la metà del 1500 il barone Lazarus von Schwendi al servizio del Sacro Romano Impero partecipò alla guerra contro i Turchi in Ungheria, e per ritemprarsi dalle fatiche delle battaglie era solito concedersi qualche calice di Tokaji.

 

Al suo ritorno in patria portò con se qualche talea di Furmint e le fece piantare nei suoi possedimenti, ma scopri presto che in realtà fosse Pinot Grigio.

 

Negli anni è stato prima chiamato Grauer Tokayer, Tokay Grigio, Tokay di Alsazia, Tokay Pinot Grigio e solo nel 2007 gli venne riconosciuto il nome ufficiale Pinot Gris.

Il vitigno
Pinot Grigio

Uno dei vitigni più affascinanti, complessi e suggestivi in assoluto.

I profumi tipici sono fruttati con albicocca, pesca, agrumi, zenzero, poi fiori come gelsomino, nocciole, acacia, miele, cera d’api, cannella, marzapane, menta, rocce e ricordi affumicati, chiara eredità del Pinot Nero.

Vinificato in bianco origina vini dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, mentre vinificato in rosso, a contatto con le bucce, origina vini dal caratteristico colore ramato.

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unico e inconfondibile

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proprio come una volta

La corretta gestione del vigneto a Pinot grigio è relativamente semplice, ma devono essere eseguite molte accortezze. Questo vitigno, infatti, tende ad essere sensibile a molte avversità biotiche e abiotiche.

Il Pinot grigio è una delle tante varietà molto sensibili al freddo e al marciume acido. Temperature intorno ai -12 °C possono causare la morte delle gemme.

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Le cause principali che provocano il marciume acido sono la compattezza e il peso del grappolo, caratteristici del Pinot grigio.

Per questo l'intervento di diradamento e defogliazione devono essere eseguite durante l’allegagione, quando gli acini hanno una grandezza di 3-4 mm. Così facendo si eliminano quelle parti organiche della pianta che favoriscono la comparsa di infezioni botritiche e di marciumi. 

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etico, sostenibile, sociale

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Agri Villa Rosa persegue inoltre l'SQNPI, uno schema di certificazione che si pone come obiettivo la valorizzazione delle produzioni agricole vegetali ottenute in conformità ai disciplinari regionali di produzione integrata.

E’ una certificazione riconosciuta a livello comunitario (Reg. CE 1974/2006).

La Produzione Integrata viene definita come il sistema di produzione agroalimentare che utilizza metodi e mezzi produttivi e di difesa dalle avversità delle produzioni agricole, volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici.

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